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al testo di Ivan Pozzoni
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Aiuto.
Perchè, tanto terrore?
Sto male di brutto.
Dove sei caduta, i tuoi cieli arrivano a toccare terra?
Non so cosa fare.
Nessuno sa cosa fare, nessuno sa dove andare a cadere, come stelle morte da mille anni.
Giuro, ti chiamo.
Chiamami forte, se non ti sento; chiamami forte.
Scusami.
Nessuna scusa tiene in braccio i nostri destini nelle tue iridi verdi, atterrite, come finestre sbarrate fuori dai miei occhi.
Mi sono addormentata, sono stata male, a causa sua.
E, io? Non ti faccio stare sulla brace, in fila indiana sui sentieri del dolore? E, io?
Stanotte, avevo paura.
Paura di amare, di finire nell'arena dei dannati, nella fossa delle belve silenziose?
Gli ho detto di te.
Di me che non mi commuovo alle tue lacrime di neve caramellata, di me che, vero narciso, mi ritraggo?
Lui è uscito di testa.
Più matto d'un cavallo. Più folle di me?
Mi hai scombinato.
Sono i lati oscuri dei nostri caratteri? Io sono biondo, ho denti d'acciaio e non mi arrendo ai morsi dell'amore. E, tu?
Parliamone...
Sembri Mascheroni, cazzo!
Ti cerco.
Perchè non riesco a dormirti? Perchè non tramonta mai l'arcobaleno? Perchè non ti si scorticano i bulbi oculari, dalle lacrime?
Sono a terra, mi manchi, ci vediamo, se vuoi.
Per rimetterti in sesto, mi occorre il cric.
Con te, sto bene.
Sono una tigre in gabbia. Lo sai?
Perchè mi emozioni così?
Sono una tigre in gabbia.
Anch'io.
E, allora, scopiamo.
[Lame da rasoi, 2008]
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